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Nata nel 1900, la Cantina di Caldaro, anzi Kaltern, in tedesco, dopo una serie di integrazioni e fusioni societarie è diventata la più grande cantina cooperativa altoatesina. Produce circa 4 milioni di bottiglie l’anno con le uve di 650 soci conferitori che in tutto si spartiscono 500 ettari di vigneto. L’estrema parcellizzazione è il vero punto forte della cantina, perché ciascun vignaiolo gestisce il proprio appezzamento di terra come se fosse un giardino con operazioni manuali e una cura quasi pianta per pianta. In tutto sono 1100 vigneti distinti e suddivisi in 2000 parcelle, per ciascuna delle quali la Cantina Kaltern stabilisce quale deve essere la resa e la destinazione delle uve. Ciascun contadino sa a quale vino contribuisce.
La zona di Caldaro è famosa per il suo lago che è il più grande dell’Alto Adige e mitiga il clima dei vigneti circostanti, che sono coltivati soprattutto con un vitigno a bacca nera: la Schiava. I terreni dei vigneti sono eterogenei e si collocano ad altitudini variabili fra 200 e 700 metri. Il sottosuolo è in parte di roccia calcarea dolomitica, di origine sedimentaria e in parte di porfido e porfido quarzifero di origine metamorfica e vulcanica. Il suolo è costituito da depositi alluvionali ghiaiosi e in parte argillosi. Grazie a queste diversità la cantina è riuscita a differenziare la gamma produttiva in molteplici etichette.
La viticoltura segue un approccio olistico, ispirata a principi di sostenibilità ambientale, molti dei soci conferitori lavorano in regime biologico o addirittura biodinamico e il supporto della cooperativa spinge tutti i soci in questa direzione. La filosofia produttiva tende a far risaltare il carattere varietale dei vitigni coltivati sia nella linea classica, sia nelle selezioni.