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Stati Uniti

Grandi vini e distillati americani

Gli Stati Uniti non sono solo il principale mercato del vino del mondo, ma sono anche il quarto produttore dopo Italia, Francia e Spagna. La maggior parte del vigneto americano si trova sulla costa orientale, soprattutto in California e in misura minore anche negli stati di Washington e Oregon. I colonizzatori europei trovarono in America vitigni autoctoni di una specie diversa da quelli conosciuti e non furono apprezzati, per cui iniziarono a importare barbatelle dall’Europa, che però non riuscivano a adattarsi a causa dei parassiti e dei funghi locali, quali fillossera, oidio e peronospora, che a fine ‘800 invasero anche l’Europa. Si producono vini di ogni tipologia e qualità. I grandi vini californiani sono competitivi per qualità con i migliori vini francesi o italiani. Non vi è un sistema di denominazioni territoriali con tradizioni da rispettare, ma i vini vengono semplicemente etichettati col nome del vitigno.

Dall’Europa arrivò anche la distillazione soprattutto dei cereali ha favorito la produzione di Whisky. Il cereale più diffuso negli Stati Uniti non è l’orzo come in Scozia e Irlanda, bensì il mais; questo, ma non solo, distingue i Whisky americani. Quando si parla di American Whiskey (scritto con la “e”) si fa riferimento a 3 grandi classi: i Bourbon whiskey, prodotti in tutti gli Stati con oltre il 50% di mais, i Tennessee Whiskey, prodotti con un mix di cereali nel Tennessee, infine i Rye Whiskey, ottenuti dalla distillazione della segale. Il gusto degli Whiskey americani non è torbato ed è ricco di aromi vanigliati e tostati.

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