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Campania

I grandi vini campani rossi e bianchi

Campania felix la chiamavano i Romani ed amavano particolarmente il vino campano. Tradizione antichissima quindi e patrimonio cospicuo di vitigni autoctoni. Alcuni sono sopravvissuti fino ad oggi. Questa biodiversità è la vera ricchezza della regione e, pur con qualche eccezione, i grandi vini campani, rossi e bianchi, sono prodotti per lo più con vitigni locali.

L’Aglianico è senz’altro l’uva a bacca nera più importante e più diffusa; è tardivo nella maturazione e dotato di polifenoli importanti, soprattutto tannini; nelle colline calcareo-argillose dell’interno dà il meglio di sé, originando vini superbi, corposi e longevi. Altri vitigni a bacca nera ricorrenti nei vini rossi sono il Piedirosso, il Casavecchia, il Pallagrello nero, lo Sciascinoso e il Tintore.

Fra le uve bianche la più coltivata è l’antichissima Falanghina, che dà vini freschi e profumati di media struttura. Danno vini più strutturati Greco e Fiano, i cui vini spopolano nelle carte dei ristoranti di tutt’Italia, perché hanno carattere deciso e personalità intrigante. Sono più nervosi e taglienti i vini ottenuti dal Greco, mentre più equilibrati e complessi quelli prodotti dal Fiano. Non meno rilevanti sono le numerose varietà a bacca bianca localizzate in territori specifici e meno conosciute, come il Coda di volpe, il Biancolella, l’Asprinio, il Pallagrello bianco, il Fenile, il Forastera, il Ginestra e il Ripoli. Per citarne solo alcune. Sic!

Dal punto di vista geografico la Campania ha due anime: quella litoranea, soleggiata e mediterranea, delle province di Caserta, Napoli e Salerno e quella interna delle province di Benevento e Avellino, dove cambia tutto: si passa dall’alta collina alla montagna con un clima continentale e fresco. La stessa divisione si riflette nei vini.

Sulla costa si producono vini solari e immediati su suoli di origine vulcanica a Ischia, nei Campi Flegrei, sulle pendici del Vesuvio, e in provincia di Caserta; sono vini generosi quelli del Cilento; hanno una personalità complessa i bianchi e i rossi provenienti dai terreni calcarei della penisola sorrentina. Nelle province di Benevento e Avellino si trovano al contrario vini strutturati e longevi, sia bianchi che rossi, con un carattere quasi alpestre.

Le eccellenze campane DOCG

L’Irpinia (provincia di Avellino) è una zona di eccellenza vinicola assoluta. Si trovano qui 3 delle 4 DOCG della Campania. Le vigne si estendono in alta collina fra 300 e 700 metri alle pendici degli Appennini con inverni freddi ed estati calde ma in cui la notte le temperature scendono rapidamente anche in estate in virtù dell’altitudine e della vicinanza delle montagne. Vini irpini e della provincia di Benevento:

Taurasi DOCG

E' una delle più alte espressioni dell’Aglianico, vino di lungo affinamento, chiamato anche il “Barolo del Sud” per le sue doti di potenza, complessità e longevità.

Greco di Tufo DOCG

Fra i bianchi, sono vini freschi e sapidi, di buon corpo e profumo di agrumi.

Fiano di Avellino DOCG

Sono vini equilibrati, strutturati e predisposti all’evoluzione con profumo caratteristico di nocciola.

Aglianico del Taburno DOCG

La quarta DOCG della regione si trova nel Sannio in provincia di Benevento. Le vigne sono coltivate su una fascia collinare più dolce rispetto all’Irpinia fra 100 e 400 metri. L’Aglianico del Taburno DOCG è un altro vino campano importante prodotto con l’Aglianico, strutturato e vocato all’invecchiamento, forse più fruttato e meno austero rispetto al Taurasi DOCG. Sotto la denominazione Sannio DOC escono molteplici tipologie di vino, di ogni colore e stile, con vitigni locali come Falanghina, Sciscinoso e Aglianico.

Dalla piana costiera in provincia di Caserta provengono i Falerno del Massico DOC e Galluccio DOC, sia bianchi che rossi; sono vini morbidi ed equilibrati di media struttura. Più a sud troviamo la zona di Aversa dove si produce il celebre Asprinio di Aversa DOC, vino bianco dalla struttura esile e dall’elevata acidità che lo rendono un compagno ideale a tavola della Mozzarella di Bufala Campana DOP.

I vini napoletani

I vini della provincia di Napoli traggono origine da suoli vulcanici. Qui troviamo i Campi Flegrei DOC, i Vesuvio DOC e Ischia DOC. Sono vini sia bianchi che rossi o rosati con profumi definiti, piuttosto freschi e di medio corpo. A Ischia sono caratteristici i vitigni Biancolella e Forastera, poco diffusi altrove. Cambia il terreno invece nella penisola sorrentina e a Capri, che è soprattutto calcareo. I Penisola Sorrentina DOC sono sia bianchi che rossi: delicati i primi, vivaci e talvolta frizzanti i secondi. I Capri DOC sono semplici e fruttati.

I vini della costiera Amalfitana e del Cilento

La Costiera Amalfitana in provincia di Salerno oltre a essere un luogo pittoresco e un’attrazione paesaggistica unica, è anche terra di vini grandissimi e originalissimi. Sul golfo di Sorrento le vigne sono letteralmente aggrappate alla roccia, su pendii scoscesi e terrazzati, dove la meccanizzazione è impraticabile e si parla quindi di viticoltura eroica. Si coltivano solo vitigni autoctoni sia bianchi che rossi. L’esposizione aperta verso il mare e verso sud favorisce una maturazione perfetta, che si traduce in vini intensi ed eleganti dal carattere mediterraneo. La DOC Costa d’Amalfi comprende 3 sottozone: Furore, Ravello, Tramonti. Sono nomi ricorrenti su etichette di vini amati e premiati.

I Cilento DOC sono i vini più meridionali della Campania, ottenuti sia da vitigni autoctoni che internazionali. Sono vini bianchi o rossi dal gusto morbido e sapido.

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