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Vuol far sognare chi lo assaggia, ispirato ad una canzone degli U2; è rassicurante come ogni grande Chardonnay.
Il nome originario di questo vino, uscito per la prima volta con l’annata 1987, era “Where the Dreams have no end …” giocando volutamente sul titolo della canzone degli U2 “Where the streets have no name”. Infatti il vino è un omaggio di Silvio Jermann all’album degli U2 “The Joshua Tree” uscito proprio nel 1987. Dieci anni dopo il nome cambia in “Were Dreams, now it is just wine!” e cambia anche il disegno in etichetta. Infine nel 2003 il nome in etichetta diventa “W … Dreams …” lasciando a ciascuno la libertà di riempire i puntini di sospensione, ma nell’intenzione del produttore è “Where Dreams can happen”.
Si tratta di uno chardonnay in purezza, proveniente dalle colline del Collio con suolo di marna e arenaria. Dopo la fermentazione alcolica il vino matura per quasi un anno in botti di rovere francese da 300 litri. Da qualche anno per questo e altri vini Jermann ha scelto la chiusura con tappo a vite, che mantiene la fragranza del vino ed evita il rischio di problemi di tappo.
Alcol | 13% |
Formato | 0,75 l |
Tipologia | Bianchi |
Stile | Strutturato ed evoluto |
Carattere particolare | Vino di classe |
Annata | 2022 |
Paese | Italia |
Regione | Friuli-Venezia Giulia |
Territorio | Collio e Colli orientali del Friuli |
Viticoltura | Biologica |
Affinamento | Barrique |
Temperatura di servizio | 10°C |