Sodi di San Niccolò 2014 (doppia magnum)
I “sodi” nel linguaggio dei contadini erano i terreni troppo duri per essere lavorati a mano e anche poco fertili per la maggior parte delle coltivazione. Ma sono terreni in cui la vite invece riesce ad ambientarsi e a dare uve ricche di sostanze preziose per farne vini dalla personalità spiccata. Le vigne di questo vino sono dei terreni duri, “sodi” e giacciono in prossimità della Chiesa di San Niccolò. Ecco spiegato il nome di questo vino toscano, che esordisce nel 1979 fuori da ogni denominazione, unendo il Sangiovese alla Malvasia nera, coltivati su vigneti con terreno calcareo a un’altitudine di 350-400 metri. Fu uno dei cosiddetti Supertuscan, che intese valorizzare la tradizione con un approccio nuovo: escludere le uve bianche dall’uvaggio e maturare il vino in barrique invece che in botte grande.
Dopo la vendemmia, che avviene abitualmente a inizio ottobre, si procede alla fermentazione alcolica in tini d’acciaio a temperatura controllata. La macerazione sulle bucce prosegue per altri 18-20 giorni con continue follature. Al termine della fermentazione malolattica svolta in acciaio, il vino Sodi di San Niccolò matura 18 mesi in barrique francesi in gran parte nuove. Al termine vengono assemblate le varie barrique in tini d’acciaio, dove il vino riposa ancora qualche mese.