COL FUOCO NELLE VENE

VINI VULCANICI

In Italia ci sono attività vulcaniche ancora attive come l’Etna, i Campi Flegrei, il Vesuvio, l’isola di Vulcano nelle Eolie, ma ci sono anche territori originati da un’attività vulcanica passata e non più attiva. Sono vulcanici i terreni dell’Etna, del Vesuvio e gran parte della Campania. Ma anche il disfacimento granitico della Sardegna è di origine vulcanica, così come il porfido intorno a Bolzano e il basalto delle colline di Soave. Anche molti laghi laziali sono ex crateri vulcanici.
Cosa rende originali i vini vulcanici italiani? Le vigne di questi luoghi crescono su terreni poco fertili, privi di sostanze organiche, ma ricchi di minerali di origine vulcanica. Per la vite sono condizioni ottimali per produrre uva di qualità.

Questi vini evocano storie, profumi e gusti esplosivi delle terre da cui traggono nutrimento. Non ci sono varietà di uve specifiche dei “vini vulcanici”, ma a seconda del territorio si possono trovare sia vitigni locali che vitigni internazionali; se Nerello mascalese e Carricante sono i vitigni autoctoni dell’Etna, Aglianico, Piedirosso, Greco, Fiano, Coda di Volpe e Falanghina sono le più caratteristiche varietà della Campania; Durella e Garganega sono coltivate sui Monti Lessini, ma insieme a queste possiamo trovare ovunque Chardonnay, Sauvignon, Cabernet, Merlot, Pinot nero per citarne alcuni.
E sull’isola vulcanica di Pantelleria da sempre cresce il Moscato d’Alessandria, detto anche Zibibbo.

I vini vulcanici hanno un gusto particolare… sono vini che hanno il fuoco dentro!

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